Volontariato in Cambogia: come partire, quale fare, quanto costa

Qui, parliamo di:


Hai mai pensato di mollare tutto, partire con uno zaino in spalla e fare qualcosa di utile per il mondo? Io l’ho fatto, e ti assicuro che fare volontariato in Cambogia è stato uno dei capitoli più belli della mia vita. Mi sono ritrovata in un minuscolo villaggio di pescatori, a insegnare inglese a bambini curiosi e pieni di sogni, ospitata da una famiglia locale che mi ha trattata come una di loro. È stato molto più di un semplice viaggio: mi ha trasformata da turista a viaggiatrice, aprendomi gli occhi su una realtà che non conoscevo e regalandomi ricordi indelebili.

Se ti interessa vivere un’esperienza che va oltre le solite foto da Instagram, continua a leggere: ti spiego come fare, cosa aspettarti e come partire per un’avventura che ti rimarrà nel cuore.

Come fare volontariato in Cambogia (e nel mondo)

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Fare volontariato in Cambogia è più semplice di quanto pensi, soprattutto se ti affidi a piattaforme come Worldpackers, che è praticamente la mia Bibbia del viaggiare gratis (o quasi). Ma andiamo con ordine.

 Worldpackers funziona come un gigantesco Tinder per viaggiatori – che hanno tempo e competenze a disposizione – e host in cerca di aiuto e con un posto letto a disposizione. Solo che invece di chattare ed organizzarti per una cena romantica, ti prepari a partire per un’esperienza unica: insegnare, costruire, aiutare in un eco-progetto o magari lavorare in un ostello. 

Insomma, tu metti a disposizione il tuo tempo e le tue competenze, loro ti offrono vitto e alloggio. Semplice, no?

Io viaggio così praticamente sempre. Grazie a Worldpackers, mi sono ritrovata in posti che non avrei mai pensato di visitare, come quel microscopico villaggio di pescatori in Cambogia dove ho insegnato inglese. E no, non ho speso un euro in hotel o ristoranti chic. La formula è vincente: tu aiuti, loro ti ospitano, e nel frattempo conosci persone fantastiche e vivi una cultura dall’interno. È il sogno di ogni viaggiatore fai-da-te.


Ci sono anche alternative a Worldpackers come Workaway e HelpX, altrettanto valide, che funzionano più o meno allo stesso modo. Oppure, invece di affidarti a queste piattaforme, puoi cercare associazioni locali, se preferisci qualcosa di ancora più “artigianale” e spavaldo.

Cosa intendo? Che potresti fare una ricerca Google di piccole associazioni locali che prestano servizio sociale alla comunità, per poi contattarli e proporgli il tuo aiuto in cambio di alloggio e vitto. 

Il bello dello scambio lavoro è che ti permette di immergerti in una cultura, di entrare in contatto con le persone del posto e di fare qualcosa di significativo, senza prosciugare il conto in banca e senza mollare la tua vita per mesi e mesi. E fidati, non serve avere chissà quali competenze: con lo scambio lavoro basta un po’ di entusiasmo, voglia di imparare e il coraggio di dire “ok, ci provo!”. Se ci sono riuscita io, puoi farcela anche tu. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di dire “ho viaggiato gratis e ho fatto qualcosa di utile”? Insomma, Worldpackers è il mio passepartout per il mondo. E potrebbe diventare anche il tuo.

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Perché scegliere il volontariato in Cambogia

Cosa mi ha spinto a fare volontariato in Cambogia? Un misto di curiosità, voglia di mettermi in gioco e, diciamocelo, anche un po’ di incoscienza. Non avevo mai insegnato in vita mia, in realtà non parlo neanche Inglese molto bene, eppure mi sono ritrovata davanti a una classe di bambini che sapevano dire al massimo “hello” e “teacher.” Io, invece, avevo un vocabolario di khmer pari a zero. Insomma, un match perfetto!

Grazie a Worldpackers, ho trovato un progetto in un villaggio minuscolo, Kampong Phluk, dove l’unico Wi-Fi era quello del mio immaginario (spoiler: non funzionava). Vivevo in casa, o meglio palafitta (quella che vedi in foto), con una famiglia locale, mangiavo quello che cucinavano loro (riso, riso e… altro riso con pesce del fiume) e imparavo a vivere con meno, ma con il cuore pieno e tantissimo tempo libero di qualità a mia disposizione.


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E sai qual è stata la cosa più bella? Questo tipo di volontariato in Cambogia mi ha fatto capire che non serve essere esperti per fare la differenza. I bambini erano entusiasti, la famiglia mi ha insegnato più di quanto io abbia insegnato a loro, e ogni giorno mi svegliavo con quella sensazione di fare qualcosa di buono.

Ma non è solo una questione personale: fare volontariato in Cambogia ha un impatto reale. È un paese ricco di storia e cultura, ma anche con tante sfide sociali. Che tu decida di insegnare, aiutare in progetti ambientali o lavorare con comunità locali, ogni contributo è prezioso e necessario. E il bello è che non sei solo tu a dare: torni a casa con una valigia di esperienze che non puoi comprare da nessuna parte. 

Se vuoi un consiglio spassionato, buttati. Il volontariato non è solo un modo per aiutare, ma è una porta spalancata su un mondo che, altrimenti, resterebbe lontano anni luce dalla tua realtà quotidiana. E fidati, una volta che lo provi, non sarai più lo stesso. Te lo dice una che ha fatto ben cinque esperienze di scambio lavoro nel mondo!



Quali sono i requisiti per fare volontariato?

La prima cosa da sapere è che non servono lauree, certificati o superpoteri per fare volontariato in Cambogia (o altrove). Serve solo una buona dose di entusiasmo e voglia di mettersi in gioco. Lo so che non faccio che ripeterlo, ma è davvero così.

Andiamo con ordine.

I documenti dipendono principalmente dal paese in cui scegli di fare volontariato, non dal tipo di attività. Nel caso della Cambogia, ad esempio, avrai bisogno di:

  • Passaporto valido: e qui non ci piove, deve essere valido per almeno sei mesi dalla data di ingresso.
  • Visto: per la Cambogia è richiesto il visto turistico, che puoi ottenere facilmente online o all’arrivo. Se hai intenzione di restare a lungo, informati sulle estensioni (spoiler: sono facili da ottenere).
  • Vaccinazioni: niente di esagerato, ma è sempre meglio verificare le raccomandazioni sanitarie per il paese. Per la Cambogia, ad esempio, potrebbero suggerirti il vaccino contro l’epatite A e la febbre tifoide.


Passiamo poi alle lingue.
Parli inglese come un madrelingua? Fantastico, sei avvantaggiato. Non lo parli? Non è un problema! Basta essere onesti fin da subito con l’host o l’organizzazione. Ci sono tante attività in cui la lingua non è una priorità: puoi aiutare in un progetto ambientale, lavorare in un orto o dare una mano in cucina. Insomma, se c’è la voglia, si trova sempre qualcosa da fare.


Non ti serve neanche essere un insegnante certificato, un biologo marino o un ingegnere per fare volontariato. Quello che conta è avere una buona attitudine, essere flessibili e aperti a nuove esperienze. Ad esempio, quando ho insegnato inglese in Cambogia, non avevo nessuna esperienza di insegnamento, ma con un po’ di creatività (e qualche mimica stile “recita scolastica”) sono riuscita a farmi capire dai bambini.

Se hai già delle competenze – magari sei bravo a dipingere, cucinare o riparare cose – ancora meglio, ma non farti scoraggiare se pensi di non avere nulla di speciale da offrire. Il volontariato non cerca professionisti, cerca persone disposte a imparare, ad ascoltare e a dare una mano dove serve. E fidati, questo basta e avanza.In breve, l’unico vero requisito è la voglia di fare. Tutto il resto si aggiusta strada facendo. E, come dico sempre: se aspetti di sentirti “pronto”, rischi di non partire mai!


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Volontariato senza pagare: è possibile?

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Quando si parla di volontariato, una delle domande che mi sento fare più spesso è: “Ma si può fare senza pagare?“. La risposta breve è sì, si può. La risposta lunga è… dipende da cosa intendi per volontariato.

Facciamo subito chiarezza: quello che puoi fare con piattaforme come Worldpackers o Workaway non è esattamente volontariato nel senso classico del termine. È più uno scambio lavoro, e onestamente, io lo trovo geniale. L’idea è semplice: tu offri il tuo tempo e le tue competenze – insegnare, aiutare in un ostello, lavorare in un progetto ecologico – e in cambio ricevi vitto e alloggio. Zero soldi che escono dal portafoglio per hotel, ristoranti e spesso anche per il biglietto d’ingresso al “vero mondo” di una comunità locale.

E poi c’è la questione ONG. Lavorare con una ONG è un’altra storia: si tratta di progetti molto più strutturati, con obiettivi specifici e, spesso, permanenze più lunghe. Fantastico, vero? Certo, ma c’è un altro piccolo dettaglio: molte ONG richiedono un contributo economico per coprire i costi del progetto, soprattutto se sono internazionali. Insomma, a volte devi pagare per lavorare. E no, non sto scherzando. Questo contributo serve per finanziare il progetto, supportare le comunità locali e coprire le spese operative, ma capisco che non sia un’opzione accessibile a tutti.

Con piattaforme come Worldpackers o Workaway, invece, il discorso cambia. Qui sei tu a scegliere il progetto che fa per te, con la possibilità di contattare l’host direttamente, fare tutte le domande che vuoi e partire senza spendere una fortuna. È un approccio più flessibile e alla portata di chiunque, anche di noi viaggiatori con un budget da “fine mese perenne”.

Non fraintendermi, le ONG fanno un lavoro meraviglioso, e se hai tempo, risorse e la voglia di dedicarti a progetti di lungo termine, prendili in considerazione (io lo sto facendo dopo anni di scambio lavoro!). Ma se, per ora, sei più per un’esperienza che ti permette di viaggiare, scoprire culture diverse e dare una mano senza svenarti, allora le piattaforme di scambio lavoro sono la strada giusta.

E fidati, lo scambio lavoro non è un ripiego: è un modo incredibile per viaggiare in modo responsabile, vivere esperienze autentiche e, soprattutto, dimostrare che non serve essere milionari per esplorare il mondo. 



Quali tipi di volontariato si possono fare in Cambogia

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In Cambogia le opportunità di volontariato sono tante e variegate, quindi scegliere non sarà facile! Gli ambiti più comuni riflettono le necessità del paese e spaziano da progetti educativi a iniziative per la tutela dell’ambiente. La parola d’ordine è: dipende da quello che cercano gli host. E fidati, c’è sempre qualcosa che puoi fare, anche se la tua unica competenza è sapere come si fa un buon caffè.

Lavoro con bambini e istruzione
Questo è uno degli ambiti più richiesti. Si tratta spesso di insegnare inglese o altre materie di base ai bambini delle comunità locali. Non serve essere un insegnante certificato: bastano entusiasmo, pazienza e un po’ di creatività. Se ce l’ho fatta io a spiegare l’alfabeto usando canzoncine stonate e disegni improbabili, puoi farcela anche tu.

Conservazione dell’ambiente
La Cambogia ospita una natura spettacolare, ma fragile. Qui puoi partecipare a progetti di tutela del Mekong, ripristino di foreste o pulizia di spiagge. È un’opportunità perfetta per chi vuole sporcarsi le mani e fare qualcosa di tangibile per l’ambiente (letteralmente: preparati al fango).

Sviluppo comunitario
Hai mai pensato di aiutare a costruire una scuola, lavorare in un orto comunitario o dare una mano in un progetto di micro-agricoltura? Questi progetti sono un modo fantastico per entrare in contatto con le persone del posto e imparare come si vive davvero in Cambogia, lontano dai percorsi turistici.

Lavoro in rifugi per animali
Gli amanti degli animali troveranno rifugi che si occupano di cani, gatti o persino elefanti. Qui potresti aiutare con la cura quotidiana degli animali, pulizie, o attività educative per sensibilizzare le comunità locali sul loro benessere.

Insomma, c’è davvero un mondo di possibilità. L’importante è dare un’occhiata a quello che gli host offrono e scegliere il progetto che rispecchia di più i tuoi interessi. E se hai dubbi, buttati comunque: qualunque cosa sceglierai, tornerai a casa con un bagaglio di esperienze incredibili. 


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 I vantaggi del volontariato: da turista a viaggiatore

Ho fatto cinque esperienze di volontariato, scambio lavoro, nel mondo. L’ho fatto in paesi molto diversi tra loro e facendo lavori decisamente bizzari e che non avevo in curriculum prima di allora.

Mi piace sempre dire che fare scambio lavoro mi ha permesso di passare da turista a viaggiatore, e di far fare ai miei viaggi e alla mia vita un grandissimo salto di qualità.

Prima ero una turista, e non mi vergogno ad ammetterlo. Zaino in spalla, mappe scaricate offline, una lista di “cose da fare e vedere” e il classico programma: visita, scatta, passa alla prossima meta. Non che ci fosse niente di sbagliato, ma mancava qualcosa. Non mi fermavo davvero. Non entravo mai in contatto profondo con i luoghi o con le persone.

Poi è arrivato il volontariato, ed è come se qualcuno avesse preso la mia prospettiva, l’avesse capovolta e detto: “Guarda meglio”. In quel piccolo villaggio di pescatori, insegnando inglese a una classe di bambini scalzi e sorridenti, ho capito cosa significa davvero immergersi in una cultura. Non ero più solo una spettatrice che guardava da dietro il vetro di un autobus. Ero lì, nel mezzo di tutto, a fare parte della loro quotidianità.

E poi ho (finalmente) ho imparato a rallentare. A non pensare solo alla prossima destinazione, ma a godermi il momento, le persone, le esperienze. Volontariando, non ero più solo una turista che passava veloce tra templi e mercati. Sono diventata una viaggiatrice, una persona che scopre il mondo da dentro.

Il bello del volontariato è proprio questo: ti cambia senza che tu te ne accorga.



Domande frequenti sul volontariato in Cambogia

A quale età si può fare volontariato?

Non c’è un’età precisa: puoi iniziare dai 18 anni, ma ci sono progetti adatti anche per over 50. Credimi l’età è l’ultimo dei problemi…qualsiasi età tu abbia!

Quanto tempo si può restare in Cambogia?

Con il visto turistico puoi restare 30 giorni, rinnovabili per altri 30 direttamente in loco.

Quali sono le associazioni di volontariato internazionale affidabili?

Worldpackers, Workaway, HelpX e ONG come Projects Abroad o Volunteering Solutions sono ottimi punti di partenza.



Ecco, ora sai tutto (o quasi) sul volontariato in Cambogia! Se hai domande, dubbi o vuoi raccontarmi la tua esperienza, lascia un commento qui sotto. Non vedo l’ora di leggere le tue storie e chiacchierare con te! 😊

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Quella che prende e parte per viaggi reali e (sopratutto) mentali. In viaggio mi mancano tantissimo cucinare ed il mio gatto, sono dipendente dalla cioccolata e metto le Birkenstock anche nelle occasioni eleganti.